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martedì 18 dicembre 2018

Stan




Il giorno della recente scomparsa del grande Stan Lee, per combinazione stavo leggendo il numero 17 dei Fantastici Quattro, della mitica originale Edizione Corno, una storia come molte in quel periodo scritta dallo stesso Lee e illustrata da Jack Kirby. E in particolare in una vignetta di pag.4 c’è un poliziotto che chiede l'autografo dei FQ per un collega collezionista, che l’ha appena ottenuto dal “sorridente Lee”. Infatti, oltre all’aver creato insieme ai suoi collaboratori tantissimi personaggi divenuti famosissimi, uno dei marchi di fabbrica della sua Marvel era proprio l'inconsueta e del tutto singolare interazione degli autori con le storie, tramite le tantissime didascalie davvero divertenti che accompagnavano il lettore come un tutor, o addirittura, come nel caso citato sopra, venivano nominati dai protagonisti stessi, come se gli autori facessero parte del mondo fantastico di cui si raccontava. E questo, nonostante in apparenza potrebbe sembrare a rischio di ridicolizzare il tutto, invece risultava vincente. Perché era come se Stan e gli altri dicessero ai lettori: “Hey, questi supereroi esistono davvero, e noi li conosciamo di persona!” Tutto ciò rafforzato dal fatto che la location delle loro avventure era in città realmente esistenti, come New York o San Francisco, tanto che se ti capitava di passare per la Grande Mela ti veniva subito la curiosità di guardare in alto per cercare di scorgere l’Uomo Ragno penzolare fra un grattacielo e l'altro.
Ora questa caratteristica è quasi del tutto scomparsa, perché i personaggi si sono evoluti e adattati ai tempi, molto più cinematografici anche nel modo di raccontare graficamente. È rimasta però quella vena ironica, spesso scanzonata che contraddistingue le storie Marvel, creata proprio da Stan, che possiamo gustare ampiamente anche nella versione per il grande schermo, versione che ha permesso ai suoi personaggi di avere nuova vita e di essere ancora più conosciuti, anche alle nuove generazioni. (Mia moglie ha conosciuto e imparato ad apprezzare i personaggi Marvel proprio grazie al cinema, e questo è già di per sè un miracolo 😁)
Devo quindi ringraziare Stan, per tutti quei bei momenti che mi hanno regalato nell’infanzia i suoi personaggi e le sue storie, e per tutte le amicizie che ho trovato per condividere questa mia passione.

Grazie Stan!



Un giovane Stan Lee a Lucca Comics negli anni 70, circondato dai fans. Foto che si può trovare sul numero 100 di Thor Edizione Corno



venerdì 12 ottobre 2018

I Fantastici Quattro di Kirby


Serie: I Fantastici Quattro

# 51: La Cosa contro Silver Surfer

edizione: Corno

anno: 1973

storia: Stan Lee

disegni: Jack Kirby

genere: fumetto supereroi


Per la sezione di questo blog riservata alla narrazione per immagini, ovvero la grafic novel, vale a dire il fumetto, vorrei partire da una serie storica e memorabile: i fantastici quattro, edizione Corno, la prima mitica versione italiana di Fantastic Four della Marvel, pubblicata negli anni 70.
Questo non solo perché quello fu il fumetto che fece nascere in me la passione per questa straordinaria forma di espressione, ma anche per la sua indiscussa qualità e importanza.
Ero un bambino quando mi capitò in mano il numero 51 dei Fantastici Quattro, La cosa contro Silver Surfer, e mi innamorai subito di questa serie, e di molte altre del mondo Marvel, così come accadde a tanti altri ragazzi di quei tempi.
Del resto, la serie con protagonisti la simpatica e amabile Cosa, il cervellotico Mr Fantastic, la coraggiosa Donna Invisibile e quello scavezzacollo della Torcia Umana, non poteva che conquistare il lettore con le loro strabilianti avventure. Infatti questi giovani supereroi, decisamente molto umani e così simili alle persone normali (e questa era la forza di quei personaggi), si trovavano sì alle prese con nemici incredibili e di incredibile potenza, come l’Uomo Talpa, Blastaar, Ronan, Annihilus e lo stesso Galactus, e naturalmente la loro nemesi, il temibile Dottor Destino,
ma dovevano affrontare anche problemi di tutti i giorni, come la convivenza, i rapporti sociali, gli affetti amorosi, l'amicizia, in un sapiente alternarsi equilibrato di situazioni che i loro creatori Stan Lee e Jack Kirby avevano saputo inserire nelle storie con vera maestria.
Quello che mi colpì particolarmente di questo fumetto fu la fantasia senza fine che si scopriva di storia in storia, l'innovazione che costituivano questi personaggi e naturalmente i fantasmagorici disegni di Kirby, non per niente chiamato The King. La sua anatomia personale ed epica, i suoi mirabolanti macchinari futuristici e l'esplosività delle sue tavole, che sprizzavano una tale energia e potenza che in nessun altro disegnatore ho mai più ritrovato a questi livelli.
Come in questo n. 51, per esempio, dove la cosa, geloso per la evidente amicizia di Silver Surfer con la sua fidanzata Alicia, attacca a testa bassa il surfista argentato, e i due se le danno di santa ragione, in uno scontro divenuto subito epico.
Normale che una tale qualità di fumetto diventasse subito così apprezzato e così famoso fra i lettori.
Nonostante i dialoghi, che ora risultano forse un tantino ingenui, pagando lo scotto del tempo, ma tutto sommato ancora godibili, consiglio vivamente una lettura o ri-lettura di queste grandissime saghe, che ancora stupiscono per la loro unicità di idee.