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domenica 14 maggio 2017

Il sogno, il silenzio, la nascita.

Guardo dal divano la pioggia che cade da giorni con un po'di rammarico, a maggio mi aspettavo il calore del sole sulla pelle e una lieve abbronzatura da giardino. Ma tant'è, penso di approfittarne per un po'di riposo, così raro, così prezioso. Penso di provare a dormire un pochino, poi l'occhio mi cade sulla scala a chiocciola circondata dalle librerie, sono riempite per un terzo, dal trasloco sono rimasti in garage ancora il 70% dei libri. Scorgo da uno scaffale in basso una copertina azzurra, che libro sarà? Non mi viene in mente. Mi alzo giusto per curiosità. Sulla copertina un volto di ragazza mi guarda. " DEBORA. Il sogno, il silenzio, la nascita." Di Debora Bonacchi. Non so chi sia, di certo non l'ho comprato io. Non è il mio genere. Sarà emerso adesso che ci sono pochi libri. Ci penso un po'... Da dove arriva? Poi mi viene in mente vagamente una persona e una mano che mi porge il libro, ma non il viso, proprio non lo ricordo. Ho però come la sensazione che si tratta di amici o conoscenti o amici di amici. Lo leggo.
Debora racconta la sua storia, la sua vita. Una sedicenne ribelle e con tanta voglia di distinguersi ha un gravissimo incidente in moto. Vive l'esperienza del coma e al suo risveglio trova un'altra Debora, incapace praticamente di muoversi e continuamente bisognosa di assistenza. Da qui un viaggio sia geografico alla ricerca di cure speciali e all'avanguardia in cliniche straniere, sia dentro se stessa, una mente sana in un corpo inerte. La paura del confronto con i conoscenti, la sofferenza, gli sguardi di pietà posati sul fisico incapace di esprimere quello che un cervello lucido avrebbe voluto. La battaglia per recuperare l'uso delle mani, delle gambe, della parola. I successi e le sconfitte che passo dopo passo la porteranno alla vittoria finale: l'autonomia, l'indipendenza, la famiglia, il lavoro. Il lavoro in biblioteca per sentirsi parte integrante della società con un compito ben definito e utile. L'amata figlia Penelope. Riacquisire la capacità di svolgere i gesti più scontati le darà immense gioie. Nel racconto autobiografico emergono due genitori instancabili e una madre con la M maiuscola che insieme a lei non mollerà mai Buona lettura.
Un saluto a Debora.

Vai all'intervista a Debora Bonacchi:
https://laccalappialibri.blogspot.com/2018/08/intervista-debora-bonacchi.html?m=1